La fusione tra Montepulciano e Torrita non ha mai smesso di tenere banco da quando è stata proposta dalle rispettive amministrazioni comunali un anno fa. A Torrita fin dal primo momento è sorto un comitato civico contrario alla fusione che è stato sempre presente ai dibattiti conoscitivi organizzati dagli enti proponenti la fusione. Molte iniziative sono state prese anche dallo stesso comitato del No, che fa leva sul sentimento di appartenenza e sulla tradizionale indipendenza storica del proprio paese rispetto al comune più grande che è Montepulciano. Sull'altro fronte, le ragioni del Si sembrano non fare breccia nel dibattito, cosa che restituisce l'impressione di uno scarso interesse delle comunità alla prospettiva di dar vita ad un comune grande in Valdichiana. In provincia le realtà amministrative più importanti sotto il profilo demografico sono Siena e Poggibonsi. Ovvio che servizi e risorse si concentrano in queste due realtà e conseguentemente sull'asse fiorentino. Con la crisi economica del 2007 il mondo è cambiato e la scarsità delle risorse giustifica tagli a servizi e scarsità di risorse nei territori periferici. Questo per fare un accenno delle ragioni del Si, i cui sostenitori muovono proprio sull'argomento economico, le maggiore importanti disponibilità di risorse che si avrebbe dalla fusione. Il M5S tendenzialmente favorevole ai processi di fusione, per quanto riguarda il progetto Montepulciano - Torrita ci va coi piedi di piombo. Da tempo i grillini poliziani rivendicano lo studio di fattibilità alla commissione speciale formata dalle due amministrazioni interessate, imputando il mancato dibattito di merito proprio alla mancanza di questo documento che dovrebbe offrire spunti concreti di riflessione. Ciò sarebbe causa del fatto che la questione fusione ad oggi rimane circoscritta ad un fatto di mero campanilismo. Dove la leva sentimentale serra le convinzioni di quanti ritengono che la fusione possa essere un salto nel buio assolutamente da evitare.